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Olimpiadi, Matteo Guarise premiato in Comune

brasini guarise
loza on 21 febbraio 2014 - 16:42 in Altri, Altri Sport

Le Olimpiadi valgono pure una caduta. Valgono tanto, tutto per la vita di un atleta. Ecco perché Matteo Guarise non è poi così dispiaciuto per come è andata in Russia. O meglio, sa che l’infortunio ha “azzoppato” la prova in corto e libero ma è pure consapevole che per entrare nei dieci sarebbe servito più di un mezzo miracolo. Il pattinatore è stato ricevuto ieri in Sala Giunta in Comune dall’assessore allo sport Gian Luca Brasini, che gli ha consegnato a nome dell’amministrazione una targa e il libro “Rimini a cinque cerchi”, che racconta le storie dei riminesi alle Olimpiadi estive.

“Volevamo rendere omaggio a Matteo – ha detto Brasiniche è stato l’unico riminese ad aver portato i colori della nostra città alle Olimpiadi Invernali. Viene dalle rotelle e ha scelto una sfida in una disciplina tosta e competitiva”

Tanta gioia per il protagonista

“Ho vissuto un’esperienza unica e fantastica – racconta Guarise -. Dopo le rotelle ho iniziato col ghiaccio e devo dire che quando avevo affermato ‘Andrò a Sochi’ in tanti mi hanno riso dietro. Io però sono andato avanti. Peccato per l’infortunio, ma è stato comunque un avvenimento meraviglioso”

Già, quell’infortunio capitato proprio quando Matteo Guarise era già in Russia insieme a Nicole Della Monica, la partner di gara.

“Ero a San Pietroburgo, proprio dodici giorni prima dello short program. Mi sono allenato di lì in poi al 30% delle possibilità e in periodi del genere non è proprio il massimo… Non ero al top della condizione ma volevo gareggiare, tanto più quando un super come Plushenko, nel parlarmi, mi disse: ‘Io il menisco me lo sono rotto tre volte, quindi zitto e parti’”

Poi la gara.

“Bene nello short program, al di là della caduta. Poi il libero del giorno dopo, nel quale ho risentito di più dell’infortunio. In ogni caso cambia poco, con la gara della vita avremmo chiuso tra il 14° e il 15° posto, invece del 16°. E noi siamo abituati a dire che quando sei ‘esimo’, una posizione vale l’altra… Ci vuole tempo e costanza per arrivare in alto, l’ha dimostrato ad esempio Carolina Kostner ai quali faccio tantissimi complimenti. Mi piacerebbe diventare come lei”

Guarise, che ora viaggia in stampelle, ha comunque nel mirino i Mondiali (“Le possibilità sono tante”) e racconta aneddoti curiosi dell’esperienza russa.

“Il massimo è stato quando torno a casa con muffin e cappuccino e trovo attorno all’abitazione nel villaggio olimpico quattro macchine scure. ‘Che è successo? Mi sono chiesto’. Dentro c’era Enrico Letta… Oppure quando ti ritrovi vicino campioni di hockey come lo slovacco Zdeno Chara dei Boston Bruins. O anche quando ti giri e ti trovi vicino Putin. Sì, addirittura Putin…”

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