Tutti in piedi per Stan the Man
Due righe, qualche riflessione sbattuta qua e là sul tennis di oggi. Guardo dall’altra parte del mondo per cominciare la rubrica tennis. Non me ne vorrete se nell’avvio ci metto Stan the Man. Stanislas Wawrinka, trionfatore a sorpresa degli Australian Open.
A sorpresa, ma non immeritatamente. Mi spiego: Stan ha battuto Djokovic e, a parer mio, se fai fuori Nole o Nadal poi il torneo, qualunque cosa succeda, lo vinci con merito. I galloni lo svizzero se li era guadagnati in quella partita, non prima e neanche dopo. Con Berdych il livello del suo gioco è sceso e il fatto che abbia vinto tutto sommato senza faticare eccessivamente mostra quanto: 1) Berdych rimanga imberbe e pulcino quando c’è da fare il salto di qualità, 2) quanto talento abbia Stan.
Con Nadal due partite in una. La prima, quel primo set abbondante (diciamo anche due giochi del secondo), ha visto lo svizzero trasformarsi improvvisamente in Pete Sampras. Nessuna eresia, se avete visto il match potrete essere d’accordo con me. Non solo col suo colpo migliore, il rovescio, ma soprattutto con il dritto ha scardinato la resistenza di Rafa Nadal. Dritti di rara violenza, una mobilità sufficiente, il solito magnifico backhand ed ecco che Nadal è andato sotto di un set. In qualunque condizione fosse la vescica di Rafa, quel set l’ha VINTO Wawrinka. Poi? Poi la partita è finita, Nadal s’è spaccato la schiena e il connazionale di Federer ha tardato ma ha potuto festeggiare.
Un match (con Djokovic) e un set (con Nadal) mi possono bastare per incoronare Wawrinka come legittimo vincitore di uno slam.
A livello di talento abbiamo avuto molto, molto peggio…