Vince l’Est, Irving mvp – Le dieci pillole dell’All Star Game

1) La prima azione della partita è stata una schiacciata di Lebron. Giusto per ribadire chi comanda. Poi non ha vinto l’mvp, ma intanto ha marcato il territorio.
2) I 18 punti nel primo quarto e i 38 in totale di Blake Griffin (con 19/23 dal campo!) vogliono solo dire che non si è giocato a pallacanestro. Poi, per carità, complimentoni a Griffin che sta giocando un’annata stupenda. Però non si è giocato a pallacanestro.
3) Non una sorpresa il punto 2), peraltro corroborato quest’anno da un finale record a livello di punti segnati in totale: vince l’est 163-155, in tutto sono 318. Troppi.
4) Anthony Davis è un diamante grezzo che si sta manifestando. Il suo ciglione invece è solo una delle sette schifezze del mondo (ci sono le meraviglie ma anche le schifezze).
5) Spettacolare Magic Johnson che fa da intrattenitore e onora Bill Russell, chiamando i giocatori presenti al cospetto del grande centro per i suoi 80 anni. Nelle strette di mano e negli sguardi dei Kobe, dei James e dei Durant, c’è tutto il sincero rispetto e l’ammirazione di chi sa di aver davanti una leggenda di un’altra epoca.
6) La faccia di Vogel a metà partita, dopo che i suoi ne han presi 89 in 24 minuti, sembra quella di chi a “Chi vuol esser milionario” ha sbagliato la risposta a “Di che colore è il cavallo bianco di Napoleone?”
7) La gente ha cominciato a sapere che faccia ha David Silver.
8) Discreto quarto periodo a livello di spettacolarità con sorpassi e controsorpassi. Importante a livello di vittoria dell’est il triplozzo del +4 di Melo a un minuto dalla fine.
9) L’mvp è Kyrie Irving: 31 punti, 14 assist e 14/17 dal campo. Kyrie, te lo dice uno che a inizio anno vi ha pronosticato in semifinale di conference: ai Cavs avete prodotto un inizio di stagione da schifo ma potete ancora svoltare.
10) Ho perso l’intervista di Barkley a Obama e non me ne posso fare una ragione.