Mauro Traini ospite del Panathlon
Il calcio torna protagonista delle conviviali del Panathlon Club Rimini con un ospite direttamente in arrivo dal Rimini, il direttore sportivo Mauro Traini. Nella cornice dell’Hotel Sporting di viale Vespucci, ospiti e relatore hanno parlato di pallone a 360° nel primo vero appuntamento del 2014, quello che fa seguito al tradizionale rinnovo delle cariche elettive panathletiche.
C’è stato dunque il cambio della guardia tra il presidente uscente del Panathlon Club Rimini, Pasquale Adorante, e il nuovo, Paride Pulcinelli. Poi via a una serata dal titolo “Uomini nel pallone: direttori sportivi e allenatori a confronto nella guida tecnica di una squadra di calcio professionistica”. La conviviale sarà trasmessa integralmente da Icaro Sport domani, venerdì 28 febbraio, alle 21.30.
“Ringrazio il presidente uscente, il nuovo presidente e tutti voi – ha detto per cominciare Mauro Traini -. Sono stato premiato dal Panathlon anche ad Ascoli e tornare in questo ambiente fa sempre molto piacere”
Poi si passa al racconto dell’inizio di una carriera…
“Perché il calcio? Perché ad Ascoli il calcio è tutto – continua il direttore sportivo biancorosso -. E dire che Costantino Rozzi lo odiava. Sì, lo odiava. Un esempio? Rozzi abitava davanti al vecchio stadio e dunque, quando c’erano le partite, la domenica si trovava tra mille difficoltà per entrare nella sua abitazione. Non poteva rientrare. ‘Io lo scoppio il pallone’, diceva. Poi invece finì per appassionarsene e innamorarsene”
Mauro Traini ha cominciato come giocatore…
“Sì, un giocatore di quella che adesso è la LegaPro. Di solito il primo passo poi è fare l’allenatore, poi magari ci si rende conto che si hanno altre attitudini. Io ho scelto il ruolo di direttore sportivo. Facile? Beh, diciamo che quando le cose vanno bene è tutto ok. Quando invece vanno male la colpa è del direttore che ha sbagliato la campagna acquisti. La mia comunque è stata una scelta voluta e perfettamente consapevole”
Come si entra in questo mondo?
“Ho fatto tutto da solo col lavoro e coi risultati che mi hanno sorriso fin da subito. Ho avuto un grande amico come Luciano Moggi, un big del mestiere. Ho collaborato con lui a lungo e lo chiamavo sempre. E poi Luciano Gaucci. Davvero un personaggio incredibile. Da amico ti può fare divertire tantissimo, da direttore sportivo bisogna avere la fortuna, come ho avuto io, di non doverci mai collaborare. Lavora a modo suo, è un tipo particolare. Fuori dal calcio di una simpatia unica”
Quale voto dà Traini a sé stesso?
“Per i miei risultati una buona sufficienza”
Quali sono stati i ricordi più piacevoli?
“Il primo campionato non si dimentica mai e parlo di Chieti. Annata straordinaria. Poi ad Ascoli, a casa mia, un posto speciale”
Difficile fare calcio a Rimini?
“Un po’ sì. Questa è una città stupenda, bellissima, una piazza incredibile. Ma a livello ambientale non sempre facile”
Sarà possibile programmare di qui in poi?
“Chi è in società sta lavorando con grande affetto per la città e con tanta passione. Se ci dovessimo salvare, poi la Rimini Calcio cambierà in tante cose. Il nuovo presidente De Meis ci sta mettendo anima e cuore”
Torneresti ad Ascoli?
“Se il Rimini dovesse salvarsi, resterò qui al 100%”