San Antonio-Miami 96-98 – Lebron mostruoso, serie sull’1-1
La vince Miami perché il Re quando si manifesta oscura di luce propria chiunque gli passi attorno… La vince Miami perché qualche sorpresa sparsa qua e là Spoelstra la trova (leggasi soprattutto Rashard Lewis)… La vince Miami perché dopo una fesseria (e son gentile) di Mario Chalmers, San Antonio non trova di meglio che fare 0/4 ai liberi nel finale… La vince Miami perché Duncan nel secondo tempo è trapassato remoto, più che presente immanente…. La vince Miami ed è 1-1… Non malissimo per lo spettacolo…
Due o tre considerazioni sull’inizio della partita. Non faccio lo snob, se c’è il commento italiano sto col commento italiano, specialmente se c’è Flavio Tranquillo. Questa sera, sarà per l’aria condizionata che C’E’ o per qualsiasi altra ragione che mi possiate inventare, ho sentito un Pess ultra tonico. Bene il commento e benissimo la partita. Sale il livello, signori. C’è gran qualità, aumenta la tensione, i big rispondono ancora di più e il clima da evento si sente molto più che in gara1. E se quindi non vi piace questa robina qua io non so cosa dirvi…
Per un motivo o per l’altro, ma soprattutto perché Duncan a rimbalzo d’attacco è ovunque, quelli vestiti di bianco salgono sul 30-19. È vero che Timmy dai Caraibi lavora di posizione e intelligenza, come dice giustamente il Pess, ma stasera prende anche i rimbalzi non suoi, domina e basta, mangia in testa a tutti (11+9 nel primo tempo). James? Non ha più i crampi e tende a farlo notare con un secondo quarto da 5/7 dal campo. Bum, il Re si manifesta e la partita va 33-34 per Miami. Non c’è mica molto da spiegare in certi casi. Non è che si debba ragionare su pick & roll laterale, scelte difensive contenitive o bla, bla, bla. C’è il Re che si manifesta al mondo. Punto.
Da tre non si tira bene, per il momento, ma chissenefrega. Lo spettacolo è altissimo, andate a rivedervi un’apertura di contropiede di Duncan direttamente da rimbalzo. “Très chic, merci…”, dice Tony Parker in risposta.
Il secondo tempo, dopo alcuni dubbi spettacoli di metà gara (in Texas ‘ste cose non le fanno proprio benissimo), è pieno di chicche e anche equilibrio. Pop lascia in campo Danny Green con tre falli e questo gli piazza subito il triplone, Duncan s’arrabbia e James anche (LBJ col tecnico dopo che nel primo tempo l’aveva preso pure TD), lo stesso Tim raggiunge Magic come doppie-doppie nei playoff a quota 157.
C’è qualità, c’è tanta qualità, c’è enorme qualità. Ecco sì, lo ripeto ancora, c’è qualità. C’è qualità e poi c’è Lebron James. Perché questo nel terzo quarto è stato UN’ALTRA COSA. LA COSA. È la pallacanestro. Esto es balconcesto. He is basketball. Di tutto, in qualsiasi maniera, con la sensazione che solo in pochi nella storia hanno dato, quella di essere superiori a tutti gli altri in campo. E anche di parecchio…
Otto suoi ed ecco che dal 64-58 si passa in un amen sul 64-66 e tutto ritorna appeso a un filo. Il quarto periodo comincia sul 78-77 Spurs e con un Diaw che è bello stupendo, meraviglioso da veder giocare… Ma qualche volta potrebbe anche tirare. Van bene gli extra-pass, ma il francese ha rifiutato anche un paio di tiri per puro narcisismo che non hanno aiutato il ritmo dell’attacco. Facezie, tutto sommato, perché la palla comunque gira…
Guardi lo show e ti accorgi che non c’è Dwyane Wade. O meglio, ha tirato poco e s’è risparmiato. Ora si vede che vuole rientrare in partita, ma prima di lui ci rientra Danny Green (tripla dell’85-83 a -7’42”). Un’idiozia di Mario Chalmers (si sta prendendo una normalissima linea di fondo e tira una gomitata in pancia a Parker) potrebbe costare caro agli Heat, ma San Antonio centra lo 0/4 al Superenalotto e il match rimane in bilico.
Poi, proprio quel Diaw che non tirava, mette la tripla del pari. Risponde Andersen, ma San Antonio con Parkerino infila la bomba del nuovo sorpasso con le squadre stanchissime a 2’25” dalla fine (93-92). Di nervi, di basket, di quello che volete, fatto sta che a cambiare tutto è uno scarico in angolo per Bosh a -1’15”: bum, bomba del sorpasso (93-95) e inerzia girata. Gli Spurs sbagliano, Lebron fa 1/2 ma per Manu in attacco c’è di nuovo un errore. C’è un possesso pieno di vantaggio per gli Heat con 5-6 secondi di differenza tra i due cronometri. Pop non fa fallo, ma Miami punisce col canestro di Wade che mette in cassaforte il risultato e chiude la serranda. Appoggio del 93-98 e tutti a casa, con tripla finale di Manu sulla sirena che si rivela abbastanza inutile…
È 1-1… Questa sera non ha avuto i crampi…
SAN ANTONIO SPURS – MIAMI HEAT 96-98
SAN ANTONIO: Parker 21 (6/11, 2/4), Green 9 (1/2, 2/3), Leonard 9 (1/6, 2/3), Duncan 18 (7/14), Splitter 2 (1/3), Belinelli 3 (0/1, 1/4), Diaw 7 (2/7, 1/2), Ginobili 19 (5/8, 2/7), Mills 8 (1/4, 2/3), Bonner, Ayres dnpcd, Baynes dnpcd, Joseph dnpcd.
MIAMI: Chalmers 5 (2/3, 0/1), Wade 14 (5/9), James 35 (11/19, 3/3), Lewis 14 (2/2, 3/7), Bosh 18 (5/9, 1/2), Andersen 3 (1/4), Allen 9 (3/4, 1/3), Cole (0/1, 0/1), Jonez (0/2 da tre), Haslem, Battier dnpcd, Douglas dnpcd, Oden dnpcd.
PARZIALI: 26-19, 43-43, 78-77,
Tiri liberi: SAS 12/20, MIA 16/21
Tiri da tre: SAS 12/26, MIA 8/19
Rimbalzi: SAS 37 (Duncan 15), MIA 38 (James 10)
Assist: SAS 26 (Parker 7), MIA 16 (Chalmers e Wade 4)