Willis Reed, oggi 72 anni – La leggenda del ritorno in gara7 del 1970…
“Un rientro alla Willis Reed”… Ecco, ne avete mai sentito parlare? È la trovata d’impatto, geniale, straordinariamente efficace. Quella che, al netto delle capacità tecniche e tattiche, ti regala un oceano di motivazioni in più. Oggi è il compleanno di Willis Reed, vecchio americano di 72 anni che con quella palla arancione ci sapeva fare… Con quell’arancia ha stregato la grande mela e ha fatto venire il groppo in gola a tutti in quella serata dell’8 maggio 1970…
Ma stop… Prima delle emozioni un po’ di dettagli, tanto per mettere una cornice alla storia. Willis Reed è nato a Hico, in Louisiana, nel sud segregazionista, coi genitori impegnati, ogni giorno e ogni notte, a proteggerlo da un ambiente molto più complicato di quello attuale. Willis però c’è, cresce fino a diventare un atleta di livello fisico eccellente e all’high school tende ad ammucchiare numeri di bizzarre dimensioni. Al College, Grambling State, non si smentisce. 26+21 di media nell’anno da senior. Ok, d’accordo, siamo di fronte a un “adulto tra i bambini”, ma quel 21 rimbalzi ti fanno pensare che… Sì, questo potrebbe diventare quanto meno un giocatore di basket. Professionista? Sì. Leggenda? Siamo lontanucci. Tra i 50 migliori di tutti i tempi e nella Hall of Fame? No. E invece tutto questo succede.
Reed entra nella grande Lega nel 1964. Al secondo giro. Con la numero 8 assoluta…. Non strabuzzate gli occhi, tenete conto che le squadre erano solo nove e che Cincinnati Royals e Los Angeles Lakers hanno scelto in maniera diversa il primo giocatore. Reed è ottavo e finisce ai New York Knickerbockers, quelli senza Dolan e la tv, Melo e Jr Smith, lustrini e paillettes. Senza tutto questo, ma con dentro il sangue del vero basket, la voglia di rappresentare il centro del mondo quanto a pallacanestro.
Reed ai Knicks si trova benino, tanto da passarci l’intera carriera. Bandiera? Meglio dire colonna, basamento, anima. Centro di 2.05, Reed trova modo di dominare fin da subito, conclude la stagione da rookie sfiorando i 20 di media e contro i Lakers, in una singola partita in stagione, ne mette 46. Clutch player, riesce a salire di livello nei playoff. Anche contro avversari più grossi, anche contro qualche colosso dell’epoca. Si deve spostare da numero 4 a numero 5, ma non gli è di grande danno. In carriera 18.7 punti e 12.3 rimbalzi di media, 7 volte all star e una volta mvp.
Infiniti gli episodi e gli aneddoti che lo riguardano, ma il numero uno resta sempre quello a cui avevamo fatto breve accenno in apertura. Il “ritorno”…
Gara7 delle finali 1970, di fronte Knicks e Lakers. New York è sempre avanti nella serie: va 1-0 ed è rimontata, va 2-1 ed è rimontata, va 3-2 ed è rimontata. Sul 3-3, l’idea delle mega-beffa è lì nel cuore di tutti i tifosi al Madison. In fondo dall’altra parte non c’era una qualunque squadra Csi, ma i Lakers. Non la versione annacquata vista nell’anno di grazia 2014, ma un gruppo di qualità straordinarie. Avete presente tutte le storie sui “Big three” che si sono succedete negli ultimi anni? Da quelli con Jordan agli ultimi con Lebron? Ecco, lì andiamo oltre. Lì sgambettavano insieme sul Jerry West, Elgin Baylor e Wilt Chamberlain. Un altro pianeta.
I Knicks avevano anima e cuore, ma il loro centro di gravità permanente, Reed appunto, s’era infortunato in gara5. New York miracolosamente riuscì a portare a casa quel match dal -16, ma poi cadde violentemente sotto un -22 in gara6 e sembrava aver perso tutta la carica emozionale di quei miomenti.
Serviva un mezzo miracolo. Anzi no, un miracolo intero. “Reed non gioca”: era l’update ricorrente. “Figuratevi, non riesce nemmeno a correre”, confermavano le ultime voci. La folla va alla partita per inerzia, è in attesa ma ferita a morte dall’assenza del suo leader. Poi, in riscaldamento, lo vede uscire dal tunnel, lo vede correre e giochicchiare con quella palla arancione. È l’inizio della fine per i Lakers. Viene giù il palazzo, come si direbbe da queste parti. I tifosi Knicks sono in delirio, quelli in gialloviola restano un po’ sorpresi e la carica emozionale torna tutta dalla parte di New York. Un rientro che non doveva avvenire, ma Reed è lì. La carica dei compagni di squadra è decuplicata, ora sono leoni. Reed salta per la palla a due, segna i primi canestri della gara e… Stop. Quelli saranno i suoi unici punti, ma tanto è bastato. Walt Frazier is awesome e conclude il suo match con 36 punti, 7 rimbalzi e 19 assist. Tutto vero, non è un refuso. I New York Knicks vincono gara7 113-99 e brindano a un titolo tra i più straordinari di sempre. Quello del “ritorno”…