The importance of being Ernests (Gulbis)
La bizzarria di ‘sto tipo qui marca un confine sacro di chi ha fatto della dedizione e del lavoro un punto fondante dello sport professionistico. Il ‘tipo’ in questione è Ernests Gulbis, curioso specimen di tennista lettone dal talento indiscutibile e dalla voglia… A giorni alterni.
Perché è obiettivamente così per il ragazzone di 1.90, da Riga con poco furore (26 anni oggi, auguri). L’ultimo esempio appena qualche ora fa, con il compagno di allenamento Thiem, giovane talentuoso, che lo prende in giro al quinto, rimontando da due set sotto e facendolo fuori dalla corsa agli Us Open. Una sconfitta al secondo turno, con Feliciano Lopez che attendeva al terzo e poi forse Berdych. Insomma, un tabellone non impossibile e un’impresa fallita…
Ma a lui, in fondo, non è che interessi poi molto…
Gulbis è ricco, ricchissimo, più di quanto un tennista che viaggia abitualmente attorno al nr 50 del mondo possa mai immaginare. Ernestino, il cui top ranking (10) è per la verità abbastanza recente, ha il paparino che è un magnate del gas lettone. Tanto basta per capire che non basterebbero 100 depositi di Zio Paperone per contenerne i miliardi…
Poi c’è il tennis, la vita, il divertimento. E allora ha ragione lui. Perché, anche se spacca qualche racchetta, se il suo percorso di crescita ha subito troppi intoppi, se avrebbe dovuto arrivare prima al vertice della disciplina… Beh, anche se mette insieme tutti questi ‘se’, non potrete mai pareggiare il suo ragionamento. Anche se qualche notte ‘dentro’ se l’è fatta, Gulbis è inattaccabile. Talento, soldi e successo. Obiettivamente, l’etica del lavoro fai fatica a tirarla fuori. Eppure lui, alla fine, l’ha un po’ fatto… E’ arrivato in semi a Parigi quest’anno. Continua a sciupare occasioni clamorose, ma si diverte. E a chiunque si diverte facendo sport ad alto livello non puoi dire nulla…
Il talento sprecato è il peccato capitale più grave. Al talento che si diverte, invece, non puoi proprio dire nulla.