AUGURI ALL’ETERNO ODIATO TRA GLI ITALIANI NELLA NBA, ANDREA BARGNANI
È tutta una questione di aspettative e di contratto, nella Nba. Il concetto è semplice e maledettamente ‘relativo’. Alcuni assiomi sono innegabili. Sei prima scelta assoluta? Allora devi rendere in un certo modo. Guadagni almeno 10 milioni di dollari? Devi produrre. PRO-DUR-RE.
E pazienza se il tuo non è l’animo da leader che quelle cifre reclamerebbero. Pazienza, ma fino a un certo punto. Andrea Bargnani, il Mago. Eccolo qua, gloria italiana quella sera a New York, quel 28 giugno del 2006. Si sapeva, nelle ore e nei minuti precedenti al Draft, che Toronto avrebbe indirizzato su di lui le preferenze e di conseguenza anche la scelta numero 1.
Lì, quella sera, il carico sulle spalle di Andrea è subito diventato pesantissimo. Le sue caratteristiche sono note e non sono quasi mai cambiate: mano dolce, col solo Nowitzki paragonabile tra quelli della sua altezza, talento in attacco da primissimo livello, scarsissima propensione al rimbalzo e alla difesa dura, oltre che un’area colorata alla quale è evidentemente diventato allergico col passare degli anni.
Romano, cresciuto nella Stella Azzurra, è salito sul proscenio italiano con la maglia della Benetton Treviso (1 Scudetto), poi i Raptors nella Nba. La verità, quella che possono dare solo i numeri, racconta di un Mago cresciuto a livello meramente realizzativo tra 2007 e 2011 (10, 15, 17 e 21 punti di media). Dopo un 2011-2012 da 19.5 punti, crolla a 12.7 nella stagione successiva, poi arriva la trade che lo porta ai Knicks. Nel 2013-2014 firma 13.3 punti e poco più di 5 rimbalzi. Bene, se li consideriamo ‘a parte’. Male, malissimo, per una prima scelta assoluta…
È sempre una questione di punti di vista. Auguri Mago, oggi 29 anni…